Loro siamo noi
“Se un uomo, una donna, un bambino soffrono e nessuno vuole soccorrerli, vi capiterà di sentire di tutto. Tutte le scuse retoriche, tutte le giustificazioni, tutte le ‘buone’ ragioni per non tendere la mano. Appena si tratta di non aiutare qualcuno, sentiamo di tutto. A cominciare dal silenzio. Se quell’uomo, quella donna, quel bambino che soffrono non sono soli a soffrire, se c’è una guerra alle nostre porte, se sono decine di migliaia, centinaia di migliaia, forse un milione a chiederci aiuto, non possiamo non parlare. E come parlano di loro, i nostri giornali, le nostre televisioni? Quali parole ripetono dal mattino alla sera? Parlano di ESODO, MASSE, ORDE, ONDATA, MOLTITUDINE, INVASIONE. Ed è così che in quelle immagini non vediamo più l’uomo che soffre, né la donna, né il bambino. Non sono neanche più esseri umani, è un brulichio, un pullulare, un dilagare. Una minaccia spaventosa. Ed eccoci allora tentati di rinchiuderci nel nostro silenzio, nella nostra paura, nel rifiuto di aiutare. La nostra vecchia e tremendamente umana PAURA dell’altro, del cambiamento. Il nostro vecchio e tremendamente umano istinto di CONSERVAZIONE”
da Loro siamo noi di Daniel Pennac
Diario dal 3 novembre
3 novembre
- Myanmar, i militari minacciano i civili: se combattete, altri bombardamenti. Dal colpo di stato di febbraio, 1200 morti nelle repressioni, 7000 gli arrestati. Disumana attività dell’esercito fascista.
4 novembre
- Avvenire – «Anneghiamo, aiutateci» Il grido di 350 migranti – Sos lanciato da Alarm Phone: imbarcano acqua, da Malta si stanno rifiutando di intervenire. Altri 642 soccorsi, in attesa di un porto. Il maltempo non ferma le partenze dall’altra parte del Mediterraneo: arrivi nel Crotonese e a Lampedusa. Due sbarchi in poche ore anche nel Salento: fra loro donne e bambini piccoli di nazionalità afghana, turca e pachistana.
- Avvenire – I corsi per i nuovi guardacoste? Li tiene il supertrafficante Bija di Nello Scavo – Sanzionato dall’Onu per traffico di migranti e violenze nei loro confronti, il criminale libico al-Milad Bija sceglie e addestra i futuri ufficiali della Marina. Uno smacco per Roma e Bruxelles che continuano a sostenere di avere intrapreso iniziative di cooperazione con «la parte sana» della Marina libica e non con i trafficanti di esseri umani, armi, petrolio e droga.
6 novembre
- Avvenire – Migranti, l’infinita attesa «I soccorritori? Eroici» di Giulio Isola – Resta forte la pressione sulle coste italiane, fronte dell’immigrazione in Europa. Lamorgese: «Anche in questi ultimi giorni ci sono interventi di soccorso in mare, navi di Ong cariche di migranti: è giusto salvare queste persone, è ingiusto che a farsene carico sia un solo Paese, il nostro, solo perché di primo approdo».
- il manifesto – “Chiamata alle arti”: Riace non si arresta e abbraccia Lucano. Occorre riaccendere i riflettori, alimentare la solidarietà e rafforzare la campagna per Mimmo. Mobilitazione nel nome dell’antirazzismo e della fratellanza tra i popoli.
- Riace non si arresta – Manifestazione nazionale per Mimmo Lucano a un mese dalla condanna a 13 anni e 2 mesi. Una condanna che colpisce un uomo giusto e offende tutta l’Italia della solidarietà. Una condanna per insinuare che chi soccorre o accoglie i migranti lo fa solo per convenienza. Un grande abbraccio a Mimmo e alla sua Riace, quella da lui riportata a vivere e che lo ha reso celebre nel mondo. Una manifestazione voluta da padre Alex Zanotelli per rilanciare la dimensione politica della utopia realizzata a Riace, per rafforzare l’attenzione su cosa ha rappresentato Riace, un paese dove i migranti non sono un peso ma la risorsa per ripopolarlo e svilupparne le attività. Il programma è intenso fino dalla mattina, nel “Villaggio Globale” dove vive l’esperienza Riace, giochi e piccoli laboratori creativi per i bambini. Nel pomeriggio corteo dallo stadio all’anfiteatro arcobaleno dove poi si susseguono gli interventi di Lucano, di padre Zanotelli e tanti artisti.
7 novembre
- Riace – Prosegue la manifestazione in sostegno a Mimmo Lucano. Il mattino corteo fino al cimitero di Riace per un fiore e la benedizione di padre Alex a Becky Moses, la giovane nigeriana morta carbonizzata il 27 gennaio 2018 nel rogo del campo profughi di San Ferdinando. Il pomeriggio assemblea introdotta da Lucano e padre Alex, poi interventi di molte Associazioni provenienti da tante parti d’Italia. Alle 20 circa si conclude la due giorni a Riace con l’impegno di restare vicini a Mimmo e tenere alta la mobilitazione sul processo.
- Avvenire – Protagonisti e non solo ‘migranti’: la dignità dei rifugiati in Libia di Mattia Ferrari – Per la prima volta i migranti in Libia sono anche mediaticamente «protagonisti del loro riscatto». Scappati dai lager e mobilitati davanti alla sede di Acnur-Unhcr a Tripoli, hanno creato una comunità organizzata dal basso chiamata Refugees in Libya. E ci ricordano che usciremo dalle crisi epocali soltanto se ci riconosceremo davvero come fratelli e sorelle e agiremo di conseguenza.
- Avvenire – Gli aerei dell’Ue a caccia di profughi (e le ruspe per sgomberare i bambini) di Nello Scavo – I droni radiocontrollati lungo i sentieri sulla frontiera: «Ci catturano sempre, anche di notte al buio», racconta un afghano dolorante, giunto al respingimento numero 54. Gli aerei utilizzati dall’Europa per segnalare i migranti ai guardacoste libici adesso vengono impiegati anche su queste frontiere. Così l’Europa conduce una guerra non dichiarata agli esseri umani.
- La Stampa – Quei migranti che implorano protezione di Giorgia Linardi – il Presidente Mattarella, in visita ad Algeri, ha richiamato alla necessità per Europa e Africa di fare di più per governare il fenomeno migratorio. Lo sforzo a cui si riferisce non può prescindere da un primo passo che riguardi gli attuali sintomi del fenomeno, che vede migliaia di persone in pericolo in Libia e in mare.
- il Fatto Quotidiano – Virus, guerre e migranti: Il mondo col cuore nero di Furio Colombo – Impossibile non riflettere sullo strano destino di questo periodo della storia umana: un numero molto grande di capi, di leader, di governi sono impegnati a volere e celebrare il peggio senza riguardo ai dati della realtà, alle scoperte della scienza, alle informazioni. accertate di fatti e persone.
- il manifesto – la nave Sea Eye 4 con 800 persone a bordo sbarcherà nel porto di Trapani
- Internazionale – Una campagna per abolire Frontex e ciò che rappresenta di Francesca Spinelli Una campagna per abolire Frontex e ciò che rappresenta L’agenzia europea può contare su un bilancio di 543 milioni di euro. Le sue azioni provocano la sofferenza di migliaia di profughi e servono solo a quei partiti che presentano l’immigrazione come una minaccia alla sicurezza.
8 novembre
- La Stampa – I migranti Sea Eye e quei fantasmi rinchiusi in Libia di Francesca Mannocchi – Continuano i raid anti-profughi, un’escalation di violenza. Arrestati migliaia di migranti e richiedenti asilo, trasferiti nei centri di detenzione arbitraria. Inoltre, secondo Oim – Organizzazione internazionale per le migrazioni -, la Guardia Costiera libica ha intercettato 26 mila persone. Ma solo 4500 sono registrate, ventimila sono sparite, in un buco nero dove li stiamo lasciando soli.
- La Stampa – Il racconto dei soccorritori “Sui corpi ferite aperte e ustioni da carburante” di Fabio Albanese – Malta ha rifiutato il consenso a far attraccare la nave con i profughi. La Ong: siamo sgomenti, ci aspettavamo una reazione dai Paesi Ue, che dovrebbero ammonirla affinché assicuri che il Centro di coordinamento soccorsi in mare della Valletta risponda alle richieste di emergenza e coordini gli interventi.
9 novembre
- il manifesto – Scontro Minsk – Varsavia, migranti in trappola. Sul confine, spinti dal regime bielorusso ad attraversare la frontiera, in quattromila vengono respinti con i lacrimogeni dalla polizia polacca. E in corso una gravissima crisi umanitaria. Dal mese di agosto, decine di persone provenienti da Afghanistan, Siria, Iraq e Yemen, nonché da altri paesi africani, tentano ripetutamente di attraversare il confine.
- il manifesto – Ocean Viking: “il tempo peggiora, serve un porto” – La nave si trova al largo di Lampedusa in attesa di conoscere il porto dove approdare
- il manifesto – La nuova conquista coloniale della vita è cominciata di Riccardo Petrella – La sfida lanciata dai predatori alla comunità globale di vita del Pianeta è totale, immensa. I dominanti non scherzano e non promettono bla bla. Agiscono, colonizzano, sottomettono, distruggono. Il “grande denaro” è criminale. Le esperienze di questi ultimi venti anni mostrano che i popoli non possono limitarsi a continuare a fare petizioni. Devono battersi per capovolgere la storia per “Un’Altra Agenda” per il mondo, in nome dell’Umanità e della Vita della Terra.
- Mosaico di Pace Non dimenticare Patrick di Tonio Dell’Olio – “Non dimenticare” è un messaggio forte e chiaro per dire che la vita di una persona ci sta molto più a cuore di tutti gli affari lucrosi, gli scambi commerciali, da cui possiamo trarre vantaggio.
- Avvenire – L’arma-ricatto dei profughi Rivolta nel cuore d’Europa di Nello Scavo – Le immagini della folla di profughi esausti e senza cibo da giorni, spinti lungo la barriera metallica confermano come gli esseri umani vengano adoperati come «arma non convenzionale» dal regime di Minsk. A ridosso della Polonia lo scontro più aspro: profughi morti di stenti e di freddo: «Non mi era mai capitato di vedere così tanta gente soffrire in questo modo».
10 novembre
- il manifesto – Tripoli, la protesta dei rifugiati – Dopo 40 giorni, si aggrava la crisi e la condizione dei rifugiati accampati davanti all’Agenzia delle Nazioni Unite. Ma in Italia e in Europa tutto tace.
Due donne, due storie di omissione di soccorso
Adelina Sejdini, usata e abbandonata dallo stato italiano
Adelina nata in Albania, a 22 anni è stata portata in Italia dalla mafia albanese e costretta a prostituirsi. Schiavizzata per 4 anni, ha poi fatto arrestare i suoi sfruttatori e aiutato altre giovani prostitute a liberarsi da quella schiavitù. Da quel momento e per quasi 20 anni, era diventata un punto di riferimento nella lotta al traffico di esseri umani. Non voleva più la cittadinanza albanese e aveva paura di tornare in Albania, “ho paura di essere ammazzata da quelli che ho fatto arrestare”. Era disperata dopo che nel suo permesso di soggiorno era stato tolto lo stato di apolide e indicata la cittadinanza albanese. Più volte aveva richiesto, per meriti civili, la cittadinanza italiana, ma le è stata sempre negata. Per protestare contro la burocrazia, alla fine di ottobre aveva deciso di andare a Roma, nonostante le sue precarie condizioni di salute, sperando di poter incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella o almeno alcuni funzionari del Ministero dell’Interno. Poi il 28 ottobre si è data fuoco, di fronte al Ministero dell’Interno come estrema forma di protesta. Soccorsa e trasportata all’ospedale Santo Spirito con gravi ustioni, la donna, su disposizione delle autorità, sarebbe dovuta rientrare a Pavia dove viveva, ma è rimasta a Roma e sabato scorso si è tolta la vita lanciandosi da un cavalcavia ferroviario. Una storia che è l’emblema di una politica che non conosce umanità, rigida alle regole anche se contrarie alla nostra Costituzione, una politica vile che agisce contro i deboli e protegge i forti. Per chi è stato a Riace ed ha sostato davanti alla tomba di Becky Moses, ed ha ascoltato la sua vita raccontata con infinita dolcezza da Mimmo Lucano, è inevitabile l’accostamento di queste due vite che hanno conosciuto solo sfruttamento e, dalle Istituzioni, mai un aiuto..
Ricordiamo Becky Moses, carbonizzata da un diniego
Il racconto di Mimmo Lucano fatto davanti alla sua tomba a Riace il 7 novembre scorso è il miglior omaggio che possiamo fare alla sua memoria.