Diario dal 24 marzo
24 marzo
- Avvenire – «Se non salviamo l’ambiente noi africani moriremo di fame» di Lucia Capuzzi – le parole di Vanessa Nakate e Diana Nabiruma rivolte all’Italia e all’Europa: «Se volete davvero contribuire alla pace ed evitare di trasformare il mondo in un teatro di conflitti senza fine, dovete combattere il riscaldamento globale. Quest’ultimo sta già rendendo invivibili interi pezzi di pianeta. E la superficie inabitabile aumenterà, insieme ai migranti forzati e alle tensioni».
- Mosaico di Pace – Noi ci saremo di Tonio Dell’Olio – il variegato movimento per la pace è accanto alle vittime dell’Ucraina con carichi di aiuti umanitari. Un’anticipazione della forza nonviolenta europea, “l’esercito di domani” lo definiva don Tonino Bello.
- Il manifesto – «Non sono le armi che risolvono il problema» di Luca Kocci – «I governanti capiscano che comprare armi e fare armi non è la soluzione del problema». Al termine dell’udienza generale del mercoledì in Vaticano, durante i saluti in lingua italiana, papa Francesco interviene nuovamente sulla guerra in Ucraina
25 marzo
- il manifesto – Armamenti, affondo del papa contro l’aumento delle spese militari: «Pazzia» di Luca Kocci – «Mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il 2% per cento del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso. La pazzia!». «Si continua a governare il mondo come uno “scacchiere”, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri». Invece «la vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato, non facendo vedere i denti come adesso.
- Domani – La sinistra doveva opporsi all’invio delle armi di Giorgio Beretta e Francesco Vignarca – Per noi il “ripudio della guerra” sancito dalla Costituzione si declina nell’etica della responsabilità e nella prassi dell’azione nonviolenta nella prevenzione della guerra e – quando le guerre scoppiano – a fianco delle popolazioni, curando le vittime e accogliendo i profughi. Da anni, però, la nostra rete avanza proposte politiche concrete, il più delle volte trascurate anche dalla sinistra riformista. È il caso della proposta di adesione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari. O ancora sul controllo dell’export di armi che negli anni tra il 2015 e il 2020, in cui il Pd è stato spesso al governo, ha raggiunto un picco storico con forniture di sistemi militari soprattutto verso Africa settentrionale e medio oriente. E infine sul tema delle spese militari che sono passate dai 21,5 miliardi del 2019 a 25,8 miliardi del 2022.
26 marzo
- il manifesto – Contro la catastrofe, i doveri della comunità internazionale di Luigi Ferrajoli – Tutti sanno, ma tutti fanno finta di non sapere che dietro questa guerra, della quale l’Ucraina è soltanto una vittima, il vero scontro è tra la Russia di Vladimir Putin e i Paesi della Nato. Sono perciò gli Stati Uniti e le potenze europee che dovrebbero trattare la pace, o quanto meno affiancare l’Ucraina nelle trattative, anziché lasciarla a trattare da sola con il suo aggressore. Il vero aiuto ai civili ucraini bombardati non è l’invio di armi – prolunga il conflitto e le stragi -, ma la partecipazione alla trattativa che dovrebbe essere non in una sconosciuta località della Bielorussia, ma all’Assemblea Generale e Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
- Il manifesto – Tra guerra e resa, la terza via della non-violenza di Meo Valpiana – No alla guerra ma sì alla difesa. La soluzione facile non c’è altrimenti non saremmo qua a piangere, a temere per il futuro stesso dell’Europa; ma se non la cerchiamo subito non ci sarà alternativa alla guerra con le sue annunciate conseguenze: occupazione dell’Ucraina con la distruzione del paese, migliaia di morti, feriti, invalidi e milioni di profughi. il tema che il pacifismo pone da almeno mezzo secolo è quello della costruzione di un sistema di difesa e sicurezza non offensivo
27 marzo
- Avvenire – «Rifiutati, discriminati, aggrediti» I profughi rom che nessuno vuole di Paolo Lambruschi Profughi rom ucraini discriminati in Polonia La situazione era già difficile in Ucraina, dove vivevano circa 400mila rom. Ora le tensioni si sono spostate oltre il confine, tra Varsavia e Cracovia: «Nei centri vengono presi di mira». Pregiudizi e accuse.
- Avvenire – La nave di soccorso Ocean Viking con 158 persone salvate in due interventi nel Mediterraneo centrale, chiede un porto sicuro per lo sbarco immediato.
- Come se non – cittadella editrice – Presidenti cristianamente analfabeti di Andrea Grillo – Avere Presidenti russi e americani cristianamente analfabeti, e senza consiglieri laici o ecclesiali abbastanza autorevoli, non è affatto una grande rassicurazione in tempi così travagliati.
28 marzo
- la Repubblica La barbarie regna tra noi di Enzo Bianchi – Chi ci guadagna da una tale guerra? Non quelli che la combattono, ma i produttori di armi, tra i quali sono ben presenti quelli che combattono questa guerra per procura, non direttamente, ma attraverso le armi fornite ai belligeranti e mandando mercenari. Chi non crede al destino bellico si ribella, fa resistenza e non confida in una unità dell’Europa trovata soltanto nella decisione di aumentare le spese per gli armamenti. Questa mia lettura non è equidistanza, perché l’aggressore resta un aggressore, ma non è possibile che in un Paese come il nostro, che si vanta di essere una democrazia matura, emerga tanta intolleranza e purtroppo anche disprezzo verso chi non si sente in coscienza di appiattirsi sul pensiero dominante dei poteri occidentali. Proprio mentre il nostro governo decideva un aumento delle spese per gli armamenti, Papa Francesco ha avuto la parresia di dire: “Io mi vergogno quando un gruppo di Stati si impegna a spendere il 2% del Pil per l’acquisto di armi come risposta a quel che sta succedendo. È pazzia!”. Queste parole del Papa le si censurano, oppure le si sopportano con sufficienza; ma se le dicono altri in sintonia con lui vengono giudicati ingenui o sono fatti oggetto di “lapidazioni” verbali, come è successo per alcuni interventi pacati di uomini e donne di cultura. Parlare sembra inutile, perché ogni voce che dichiari che la guerra è “aliena dalla ragione”, essendo voce sottile e mite, è disprezzata, e ogni analisi del conflitto che tenti di interrogarsi sulle cause e le responsabilità è soffocata dalla retorica belligerante. La barbarie regna tra di noi qui, nella nostra convivenza, e certo non delinea un orizzonte di pace per il futuro.
- Left – La transizione interrotta di Masimo Serafini – Se l’Italia avesse mantenuto il ritmo di crescita delle fonti rinnovabili che si consolidò nel triennio 2010/2013 avrebbe potuto ridurre di oltre il 70% le importazioni di gas dalla Russia. E oggi il governo resta indifferente di fronte alle proposte delle grandi associazioni ambientaliste.
29 marzo
- Adista Segni Nuovi- Continuano a essere bloccati gli immigrati presenti in Ucraina che tentano la via della fuga con gli altri profughi: una tragedia nella tragedia. Si ha notizia di autisti polacchi che si rifiutano di caricarli se riescono a passare il confine. L’Ungheria non lascia passare 9 studenti attesi all’Università di Trieste. Intanto non si ferma la persecuzione di migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, con crudeli respingimenti e famiglie con bambini ammassati nel gelo senza nulla se non quello che, rischiando l’arresto, riescono a lasciare nei boschi i volontari. Intanto è stato reso noto che anche in Lituania sarà costruito un muro lungo 500 chilometri, alto 4 metri. Circa 5.500 sono stati i respingimenti al confine con la Bielorussia negli ultimi tre mesi
- Adista Segni Nuovi – Il Mediterraneo continua a uccidere: Ayman Al Saleh, 4 anni è morto durante il respingimento di 40 profughi siriani a opera del governo greco, poi lasciati per una settimana senza viveri né acqua sull’isola di Evros. E davanti al Marocco un naufragio con 44 vittime, tra cui 4 neonati.
- Mediterranea Saving Humans – Samy: morire di torture in un lager. Dopo aver lasciatp il Camerum per cercare una vita degna, Samy è stato catturato in mare dalla cosiddetta guardia costiera libica che lo ha deportato nel lager di RochoFana dove è stato trattenuto in condizioni disumane per 7 mesi. Poi Samy è stato ricoverato in ospedale, ma le sue condizioni, a causa delle torture subite, erano troppo deboli e oggi si è spento. Di queste vite perse a causa dei respingimenti e dei lager libici la storia chiederà conto. Per Samy e tutte le persone che hanno perso la vita a causa degli accordi Italia-Libia e a tutte quelle che ancora si trovano nei lager garantiamo che il nostro impegno proseguirà con sempre maggiore determinazione per salvare i nostri fratelli e sorelle in fuga dai lager.
- Left – Profughi si, neri no di Giulio Cavalli – essere solidale solo con quelli che ci assomigliano o che sentiamo affini è una violazione dei diritti umani ed è una solidarietà posticcia che non ha nulla a che vedere con l’empatia verso gli altri. In parole povere è razzismo. Un razzismo forse più tenue, ma sempre razzismo.
- Volere la luna – Le contraddizioni della guerra e le vie della pace di Giuseppe De Marzo – La Russia è un Paese invasore e l’Ucraina è un Paese invaso. Gli ucraini hanno il diritto alla resistenza: a loro la scelta di quale tipo. Ma alla comunità internazionale spetta l’imprescindibile compito di cercare una soluzione politica per evitare l’escalation del conflitto.
- Ocean Viking – la nave è arrivata nel porto di Augusta ed è già iniziato lo sbarco dei naufraghi.
- Nigrizia –500 civili uccisi negli scontri tra militanti Azawad e jihadisti al confine tra Mali e Niger.
- Il manifesto – Sconfinati – Con 3,8 milioni di profughi in un mese, l’Europa fa fronte a un esodo inedito. ( finora ci facevano paura poche decine di profughi che venivano bloccati ai confini o chiusi in campi di detenzione)
- Medici senza frontiere – Dall’inizio dell’anno il bilancio delle vittime nel Mediterraneo sta aumentando: quasi 200 persone sono morte o scomparse mentre tentavano di attraversare il mare. Mentre l’Europa chiude gli occhi.
- Nigrizia – Africa: diritti umani sempre più negati.
30 marzo
- il manifesto «Stop the war», una carovana per la pace verso Leopoli di Monica Di Sisto – Un primo convoglio di pace, con mezzi provenienti da tutta Italia e con destinazione Leopoli. l’obiettivo di «Stop the war – Facciamo la pace», azione diretta nonviolenta che porterà il 1 aprile in zona di guerra i rappresentanti di decine di associazioni e realtà italiane. Il cartello è imponente e molto variegato: ci sono le organizzazioni cristiane come la Focsiv, la Comunità Papa Giovanni XXIII e Pax Christi, la Pro civitate christiana di Assisi, i Comboniani, il Cipax, i Focolari e i Beati i costruttori di pace; poi la Cgil e i coordinamenti laici come l’Associazione delle Ong italiane con Arcs, Arci, Un ponte per, Fairwatch, il Cospe di Firenze, Libera e il Gruppo Abele, gli ambientalisti di Extinction Rebellion e Legambiente. Ci sono le realtà dell’accoglienza come Mediterranea, Arci Solidarietà e Mare aperto. Poi media come Radio Popolare, Italia che Cambia e Comune info e tanti altri ancora. Al momento, tra realtà organizzate e singoli si contano oltre 800 adesioni che vanno dal contributo economico, al mezzo, agli aiuti materiali fino alla presenza fisica. A Leopoli porteremo il messaggio ‘stopthewar’, insieme alla coerente posizione di chi non crede che siano le armi la soluzione ai conflitti, ma la giustizia e la solidarietà».