Le migranti e la doppia emergenza: sole, vulnerabili e colpevoli di essere non solo donne ma anche straniere
25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne
Razzismo e sessismo raddoppiano le difficoltà per le donne migranti. Le forme di violenza subite dalle donne straniere sono principalmente fisiche e di grave entità, e si registrano sia nelle relazioni iniziate nel Paese d’origine (68,5%), ma anche all’interno di relazioni avviate in Italia (19,4%). Lo sfruttamento è soprattutto di natura sessuale: il 77% delle donne migranti subisce violenza di questo genere. Il 16% è invece vittima sia di sfruttamento lavorativo, sia sessuale. L’ 1% ha dovuto sposarsi contro la propria volontà. Sono questi i dati riportati nel Rapporto Immigrazione 2021 redatto da Caritas e Migrantes. Le donne migranti non solo devono affrontare le difficoltà di genere, ma sono vittime di una violenza secondaria, per loro è più complicato l’accesso ai servizi alla salute, alla giustizia, spesso le loro richieste di aiuto si traducono in azioni punitive da parte delle istituzioni. Il Rapporto rileva un’alta percentuale di donne migranti a cui è stata limitata la responsabilità genitoriale, sino alla sottrazione forzata dei figli, in seguito a denunce di maltrattamenti in famiglia.
Diario dal 24 novembre
24 novembre
- Rapporto Caritas, altri dati: cala l’immigrazione, ma non è una buona cosa. il numero di persone straniere è sceso del 5%, pari a circa 300mila persone in meno. Dovremmo smettere di preoccuparci di invasione, l’Italia è un paese di passaggio per i migranti, non è una meta ambita per i migranti perché non offre opportunità lavorative.
- Avvenire – Naufragio nella Manica, annegano 30 persone che cercavano di raggiungere la Gran Bretagna. L’ennesima tragedia, per egoismi nazionali e paura dell’altro, che stavolta si consuma all’interno della ricca e potente Europa per l’incapacità di dare una risposta al problema delle migrazioni. Tragedia che si aggiunge a quella della settimana scorsa in cui 75 migranti avevano perso la vita nel Mediterraneo dopo essere partiti dalla Libia a bordo di un barcone sovraffollato. Sono 1.300 i morti dall’inizio dell’anno. Il tutto nell’indifferenza più assoluta.
- La Stampa – Sea Watch4 è sempre in attesa di conoscere il porto dove approdare per lo sbarco dei 475 migranti soccorsi ed a bordo della nave da più di una settimana. Intanto una tempesta sta per abbattersi al largo delle coste siciliane, le persone devono essere sbarcate subito.
25 novembre
- La Stampa – Afghanistan la fame o la fuga di Francesca Mannocchi – Un’ambiguità che fingiamo di non vedere: quando si trattava il ritiro delle truppe occidentali, i talebani sembravano presentabili, oggi che bisogna negoziare per sfamare la gente, lo sembrano meno. Chi sta davvero affamando i bambini afghani? Quando le guerre finiscono non si abbandonano i vinti, ma nemmeno i vincitori se stanno patendo la fame. Anche se non ci piacciono.
- Lavialibera – Migrazioni & Generazioni: La ferrovia sotterranea polacca che aiuta i migranti a scappare di Rosita Reijtano – Una rete di cittadini salva la vita di chi è riuscito ad attraversare la frontiera, nascondendoli nelle case e allontanandoli in auto dalla zona di confine. Usano app di messaggistica sicura e non ne parlano con nessuno: “L’unico aiuto possibile è illegale”. Alcuni attivisti denunciano a lavialibera una “situazione inumana”
26 novembre
- La Stampa – In Italia la “Ragazza afghana” profuga per quarant’anni di Domenico Quirico – Sharbat Gula la ragazza ritratta nel 1985 in una foto che è diventata simbolo dell’Afghanistan. Da allora, anno dopo anno, le stazioni del calvario del suo Paese, la guerra con i russi, la lotta fratricida tra i mujaheddin, la vittoria dei talebani, la invasione americana, il ventennio della democrazia falsa e bugiarda. E attorno a Sharbat c’è stato sempre e solo guerra, odio, fanatismo, promesse mai mantenute. A quel tempo noi occidente tifavamo per gli eroici mujaheddin, jihadisti che tenevano testa al comunismo sovietico: che fossero fanatici amministratori della Sharia non ci importava nulla. Nulla ci importava allora del destino di quelle bambine anche se sapevamo che il burqa non era una esotica curiosità ma uno strumento di segregazione. I mujaheddin erano “i nostri”, erano alleati utilissimi: che fossero fanatici amministratori della Sharia era un particolare in fondo trascurabile. In fondo è sempre stato il destino degli afghani: essere lo strumento di disegni che loro non avevano scelto. Essere in fondo degli sconosciuti. Dobbiamo molte spiegazioni a Sharbat
27 novembre
- ASGI – Appello all’UE: Ripristinare i diritti e i valori alle frontiere d’Europa – Garantire l’accesso al diritto d’asilo alle frontiere. – Secondo il diritto comunitario e internazionale, chiunque cerchi asilo alle frontiere, indipendentemente dal modo in cui è arrivato, ha il diritto di presentare una domanda d’asilo. L’accesso all’asilo in Polonia, Lituania e Lettonia dovrebbe essere immediatamente ripristinato sia nella sua forma giuridica che in quella pratica – Garantire l’accesso umanitario. È essenziale che gli Stati garantiscano l’accesso umanitario alle persone, in modo tale che le organizzazioni umanitarie possano raggiungerle e prestare assistenza alle persone, alcune delle quali estremamente vulnerabili. Vietare l’accesso alle zone di confine alla società civile e ai giornalisti non solo lascia le persone senza alcun sostegno, non garantisce il rispetto del diritto europeo e internazionale. Gli atti di violenza devono essere condannati e indagati.
- Avvenire – la nave Sea Watch4, autorizzata, è arrivata nel porto di Augusta e sono già iniziate le procedure di sbarco dei migranti a bordo.
- Avvenire – Fine del reato di solidarietà? di Paolo Borgna in Avvenire del 27 novembre 2021 L’archiviazione di accuse che avevano investito persone attive nel salvataggio di migranti fa ben sperare che si stia affermando una nuova giurisprudenza che smantella il ‘reato di solidarietà’. Soccorrere persone che soffrono e rischiano di morire non significa essere complici dei mercanti di esseri umani. Ciò che muove i soccorritori è la volontà di salvare vite umane.
- Avvenire – Libyagate, così i pirati del petrolio fanno affari con i guardacoste – Continua l’inchiesta (vedi 21.11) sulla Libia di Lorenza Bagnoli e Nello Scavo – Pescherecci fantasma, strage di migranti, opache compagnie di navigazione internazionali. Il clan libico è guidato dai fratelli Kachlaf, che controllano anche i locali campi di prigionia governativi per migranti e sono titolari di una polizia privata, a cui è affidata la sorveglianza del più grande complesso petrolifero del Paese nel quale lavora anche l’Italiana Eni.
- Avvenire – Onu e Corte dell’Aja: «Dalle autorità crimini contro i migranti» – Il rifinanziamento di Italia ed Europa alle operazioni della cosiddetta Guardia costiera libica ufficialmente doveva servire a contrastare il traffico di persone e potenziare i diritti umani, ma sta ottenendo l’effetto opposto. Lo denuncia il nuovo rapporto della procura della Corte penale internazionale dell’Aja. Nessun profugo in Libia può dirsi al sicuro. Il nuovo rapporto della Corte penale internazionale dell’Aja e delle Nazioni Unite conferma le crudeltà commesse in Libia nei confronti dei migranti, compresi donne e bambini, detenuti in strutture segrete gestite da gruppi armati e reti di trafficanti di esseri umani,
29 novembre
- Giornata internazionale in solidarietà con il popolo palestinese – 44 anni di richieste di diritti. Subito il riconoscimento dello Stato di Palestina, per la pace giusta tra Palestina ed Israele – In barba al diritto internazionale e alle risoluzioni dell’Onu, Israele prosegue nel suo piano violando i diritti umani e ridisegnando le carte geografiche. Israele ha costruito in Cisgiordania più di 280 insediamenti, che ospitano più di 440.000 coloni. Israele si è impadronito di migliaia di ettari di territorio legalizzando l’acquisizione della terra sottratta ai palestinesi ed anche legittimando le violenze commesse dai coloni contro i palestinesi. Già 138 Stati membri delle Nazioni Unite su 193 hanno riconosciuto lo Stato di Palestina delimitato dai confini antecedenti al conflitto del 1967, con Gerusalemme «capitale condivisa»
- Avvenire – Calabria, il neonato salvato dalle onde – il mare era molto mosso, il soccorso al peschereccio con 240 migranti a bordo, operato dalla Guardia costiera di Roccella Jonica, è stato difficile ma riuscito grazie all’aiuto di due mercantili che si sono messi di traverso per arginare vento e onde. La prima ad essere tratta in salvo una donna siriana che aveva partorito da poche ore.
- L’Espresso – Basta perdere tempo: in Polonia sono in gioco i valori e la dignità dell’Europa – di Pietro Bartolo, Brando Benifei e Pierfrancesco Majorino, dopo essere stati al confine con la Bielorussia dove poche migliaia di persone – bambine, bambini, donne, uomini – tentano di sopravvivere sfidando il gelo e le pratiche disumane di istituzioni ciniche. Il governo polacco, di fronte alla disperazione e ai corpi trovati senza vita nelle paludi, ha deciso di battere la strada della repressione verso chi decide di dare una mano e offrire un minimo aiuto, perfino il carcere per chi fornisce una coperta o un tozzo di pane.
- lavialibera – Una rete di cittadini salva la vita di chi è riuscito ad attraversare la frontiera, nascondendoli nelle case e allontanandoli in auto dalla zona di confine. Una rete clandestina, che si fonda sul passaparola, su itinerari protetti e luoghi sicuri. Usano app di messaggistica sicura e non ne parlano con nessuno: “L’unico aiuto possibile è illegale”. L’obiettivo è rendere più difficili i respingimenti in Bielorussia che le autorità di Varsavia stanno conducendo nei confronti dei migranti intercettati in territorio polacco.
30 novembre
- il manifesto – Mimmo Lucano e la «legge non scritta» dell’accoglienza di Niccolò Nisivoccia – il tema nell’Antigone di Sofocle è il conflitto fra legge e coscienza, fra comandamenti etici e prescrizioni normative, fra le «leggi non scritte e incrollabili degli dèi» e le leggi dello Stato. Come anche nel caso di Riace, nel quale le ragioni di Mimmo Lucano potrebbero essere assimilate a quelle di Antigone: le ragioni di un possibile modello inclusivo, di accoglienza, contro quelle di una legge e di una burocrazia che a tale modello sembrerebbero opporsi. Il punto non è stabilire una volta per tutte cosa debba valere di più, fra legge e coscienza; il punto è che il diritto non dovrebbe mai cedere alla tentazione dell’appagamento di sé, di quanto già previsto, e dovrebbe avvertire, al contrario, una continua tensione verso leggi più giuste, più eque, più alte. Non dimentichiamo Mimmo Lucano.
1 dicembre
- La Stampa – Nessuna tutela per i migranti di Emma Bonino – Anche per chi è riuscito ad entrare la vita è grama. In Italia, sono ancora decine di migliaia i lavoratori e le lavoratrici irregolari che oltre un anno e mezzo fa hanno fatto domanda ed ancora aspettano il permesso di soggiorno per tornare nella legalità. Subito a tutti il permesso di soggiorno. Inoltre, è necessario introdurre una procedura permanente di regolarizzazione a fronte di un lavoro, per consentire di rientrare nell’economia legale a migliaia di persone, peraltro indispensabili, senza aspettare altre sanatorie.
- il manifesto – Dalla Grecia lettera aperta delle ong al papa di Vasiliki Katrivanou – Lettera aperta da 36 ong greche a papa Francesco in vista della sua prossima visita nell’isola di Lesbo.