Non dimenticatevi di frugare tra i vestiti dei morti alle frontiere europee
Dentro i loro zaini troverete vestiti, datteri, acqua ed un power bank. Se qualcuno di loro dovesse perdere la vita, invece, sono le tasche più piccole dei pantaloni quelle che dovrete controllare bene, perché è qui che troverete le piccole foto dei familiari rimasti in guerra, i numeri di telefono di papà e mamma, l’anello che ha coronato un grande amore e qualche soldo per comprare il primo thè ed il primo panino in Europa, lontano dalla guerra.
Non dimenticatevi di frugare tra i vestiti dei morti alle frontiere europee perché gli europei hanno il diritto di sapere perché queste persone hanno lasciato la loro terra. Perché hanno deciso di lasciare i loro affetti più cari e affrontare la foresta con temperature glaciali o mettersi a bordo di un’imbarcazione sapendo che nel 90% dei casi la loro vita sarebbe stata in pericolo.
Ricordatevi che è proprio in quei piccoli taschini o nei reggiseni delle donne in viaggio che troverete quello che ci nascondono le istituzioni europee.
Le moltitudini europee non possono accettare tutto questo e non bisogna mai mischiare le decisioni delle istituzioni con il cuore accogliente di chi ha vissuto un olocausto e sa cosa significa dover lasciare la propria terra a causa della tortura e dell’odore della morte.
Nawal Soufi
Diario dal 27 gennaio 2022
27 gennaio
- Alle due di notte del 27 gennaio 2018 uno spaventoso incendio devasta la baraccopoli di San Ferdinando – Rosarno. Una ragazza nigeriana, Becky Moses di 26 anni, muore tra le fiamme. A dicembre aveva ricevuto il diniego alla richiesta d’asilo ed il 3 gennaio aveva lasciato Riace dove aveva una casa e un lavoro. Come facilmente prevedibile – per tutti ma non per la Commissione asilo – finisce nel ghetto di San Ferdinando-Rosarno e nel girone infernale della prostituzione. Mimmo Lucano ha voluto che i suoi poveri resti carbonizzati fossero seppelliti nel cimitero di Riace dove Becky era stata felice e dove avrebbe potuto continuare a lavorare e avere una vita dignitosa.
- Avvenire – Contro i migranti violenze in presa diretta dobbiamo ritrovare il ‘noi’ che ci precede di Antonio Staglianò – Ieri “Via gli ebrei”, oggi “Via i migranti”. La categoria del “noi”, che dice comunione, viene deformata e resa divisiva: ci sono i “nostri” e ci sono gli “altri” che, a motivo di paure alimentate ad arte, diventano subito i “nemici”. E così il mondo viene diviso in “razze” superiori e inferiori. Oggi, le violenze in nuovi campi (Libia, Lesbo…), le piaghe dei migranti sfruttati dal caporalato, i nuovi muri eretti contro chi chiede riparo da freddo, fame, guerra, povertà, ci chiedono di agire subito. Ritroviamo il “noi” accogliendo il migrante, cifra dell’umanità tutta in cammino, riscopriamo la comune e originaria co-appartenenza che ci fa insieme uomini
- Avvenire – Il report «riservato» rivela: l’Ue conosce gli abusi libici di Nello Scavo – Quasi mezzo miliardo di soli fondi europei alla Libia. Dice un Rapporto riservato dei vertici militari Ue: «La Guardia costiera libica ha mostrato di seguire le linee operative per cui è stata addestrata, ma non completamente». A cominciare da «un uso eccessivo della forza». Oltre al frequente rifiuto di fornire ai finanziatori europei le informazioni e i resoconti sugli interventi in mare.
- La Stampa – Gelo della ragione e fine dei migranti – Che se ne parli o no, i migranti continuano a partire, a rischiare, a morire. Nel Mediterraneo, nell’Egeo, lungo la rotta balcanica. Il solo modo per dire basta è la revisione del regolamento di Dublino. La questione è la ripartizione più equa dei richiedenti asilo che gravano sui Paesi di primo approdo. Il nostro governo, forte anche dell’autorevolezza di cui gode in questa fase, prenda in mano sul serio la riforma di Dublino.
- Avvenire – Decreto flussi 2022 – da oggi potrà essere presentata domanda per l’ingresso in Italia e per assumere 20mila lavoratori non comunitari. Dal 1° febbraio il decreto prevede l’ingresso di 42mila lavoratori stagionali
28 gennaio
- Avvenire – Gli sfregi contro la Memoria «Combattere il razzismo» – «Siamo di fronte a paragoni vergognosi, impropri, tanto più inaccettabili oggi, Giorno della Memoria». Non c’è solo chi nega l’esistenza dei lager nazisti. Esiste anche chi paragona l’orrore dell’Olocausto alla campagna vaccinale che invece salva vite umane.
- Avvenire – Approda ad Augusta nel Siracusano la Geo Barents – È terminato lo sbarco dei 439 migranti a bordo della Geo Barents, nave di Medici senza frontiere.
- Avvenire – Stati Uniti – un solo sopravvissuto al naufragio sulla rotta per la Florida: la foto del giovane colombiano seduto sullo scafo ribaltato dell’imbarcazione sulla quale viaggiava con 39 disperati tra i quali la sorella, proveniente dalle Bahamas
29 gennaio
- Avvenire «Non serve una licenza per chi soccorre vite» di Nello Scavo – La gran parte dei procedimenti giudiziari contro le ong che svolgono soccorso in mare non arrivano neanche al processo. Archiviato il procedimento contro “Mediterranea” per gli interventi di soccorso della nave Mare Jonio. Giusto agire “nell’adempimento del dovere di salvataggio previsto dal diritto, nazionale ed internazionale, del mare”. Inoltre, il giudice ricorda che non è previsto alcuna certificazione o licenza specifica allo scopo di svolgere soccorsi
- Avvenire – Cinquemila morti per fame in Tigrai in 3 mesi di aiuti umanitari «negati» – Il blocco degli aiuti umanitari imposto dal governo di Abiy ha prodotto una catastrofe umanitaria. Intanto proseguono i bombardamenti indiscriminati contro i civili con i droni. Il dramma degli Irob. La popolazione isolata in questi mesi di occupazione ha subito stupri, abusi, violenze, detenzioni illegali.
30 gennaio
- Agenzia Pressenza – Intervista a Alessandra Ballerini: “Le violazioni dei diritti umani riguardano tutti” – Quando un profugo chiede protezione internazionale, chiede il riconoscimento del suo status, cioè quello che è: un essere umano che esercita il sacrosanto diritto di fuggire dal proprio paese e chiede asilo in un altro paese. Quel diritto inizia appena scappato di casa, dal Paese di origine, e invece per vederlo sancito i rifugiati devono attraversare i deserti, subire torture nelle carceri libiche, farsi bastonare sotto la pianta dei piedi, subire ustioni da plastica sciolta sulla schiena e amputazioni delle dita, vedere i propri cari morire in mare, venire rinchiusi in un hotspot, fare la fila in questura, aspettare mesi o anni, farsi interrogare in commissione e farsi dire di no.
- L’Espresso – Stupri, violenze e razzismo nell’inferno nascosto della Tunisia. Nel 2021 sono arrivate 20.000 persone di origine subsahariana. Nel deserto al confine con la Libia le violazioni più gravi che le agenzie internazionali non riescono in alcun modo a contrastare. Se per l’Europa la Tunisia resta un partner stabile, per i migranti si tratta dell’ennesimo inferno, neanche più nascosto.
- Nigrizia – Minorenni, stranieri, soli: in fuga da un’accoglienza inadeguata – Sono oltre 11mila, per lo più maschi diciassettenni, i minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio italiano. Bangladesh, Tunisia, Egitto e Albania le nazionalità prevalenti. Prima costretti all’isolamento sulle navi quarantena, poi rinchiusi poi nelle strutture per le restrizioni pandemiche. Molti tentano la fuga.
- Nigrizia – Il modello Riace non va in soffitta di Alex Zanotelli – “Rimango convinto che il modello Riace sia stato messo nel mirino da chi, all’epoca voleva ridurre l’immigrazione ad un problema di sicurezza”.
31 gennaio
- Internazionale – La verità preconfezionata del governo polacco sulla crisi dei migranti di Marcin Kolodziejczyk – Per un giornalista ci sono due modi per accedere al confine da cui cercano di passare i migranti provenienti dalla Bielorussia: accompagnati dai militari oppure fingendo di essere qualcos’altro e scoprendo molto di più. Il governo polacco se la cava molto bene nella difesa delle frontiere dai giornalisti indipendenti.
- La via libera – Polonia, centri per stranieri sovraffollati. I richiedenti asilo: “Nessun motivo per imprigionarci” – Si susseguono gli scioperi della fame nelle strutture in cui nei mesi scorsi sono state rinchiuse le persone arrivate attraverso il confine bielorusso. Non va meglio a chi ancora si nasconde nella foresta tentando di superare i reticolati innalzati dalla Polonia. Intanto è iniziata la costruzione del muro lungo 186 Km con l’Unione Europea divisa sul relativo finanziamento (oltre 350 milioni di euro).
1 febbraio
- 1.2 il manifesto – Il memorandum italo-libico è l’«inferno» dei migranti di Giansandro Merli – Sono trascorsi cinque anni dall’accordo Italia-Libia firmato il 2 febbraio 2017 e rinnovato nel 2020, niente è cambiato. Si continua a morire nel Mediterraneo, migliaia di migranti vengono riportati nei lager libici tra abusi, torture e violenza, l’industria del traffico di esseri umani incrementa il suo spietato fatturato, mentre l’Italia e l’Europa continuano a far finta di non vedere.
- il manifesto – «Israele pratica l’Apartheid contro i palestinesi ovunque essi siano» di Michele Giorgio – Amnesty International si unisce con il rapporto presentato oggi all’accusa già rivolta a Israele da Human Rights Watch e B’Tselem di praticare l’Apartheid. Le autorità israeliane devono essere chiamate a rendere conto del crimine di Apartheid contro i palestinesi e del sistema di oppressione e dominazione nei confronti della popolazione palestinese, in Israele e nei Territori occupati. L’inchiesta documenta uccisioni, requisizioni di terre e proprietà, trasferimenti forzati, limitazioni dei movimenti e il diniego della nazionalità e cittadinanza a danno dei palestinesi. Violazioni, che secondo Amnesty, rappresentano un sistema di Apartheid e, quindi, un crimine contro l’umanità così come è definito dallo Statuto di Roma e dalla Convenzione sull’Apartheid. «Che vivano a Gaza, Gerusalemme Est, a Hebron o in Israele, i palestinesi sono trattati come un gruppo razziale inferiore e sono sistematicamente privati dei loro diritti».
2 febbraio
- Avvenire – L’orrore dei lager di Tripoli: donne violentate e uomini picchiati di Nello Scavo – Testimonianze di uomini e donne, raccolte dagli operatori di medici senza frontiere, confermano le torture nei campi di prigionia libici, in violazione di tutti i diritti umani
- Avvenire – Libia, la nave italiana con i migranti Processo a 5 anni di accordi “cattivi” di Lorenzo Bagnoli e Nello Scavo – Dalla firma dell’accordo l’Italia ha speso 962 milioni euro per bloccare i flussi migratori in Libia e finanziare le missioni navali italiane ed europee. I risultati non solo quelli assicurati. Solo nel 2021 su 32 mila migranti intercettati dai guardacoste libici, si ha notizia di 12 mila persone che si trovano in 27 centri di detenzione ufficiali. Di altre 20mila persone si è persa ogni traccia.