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Idy Diene, ultima vittima di cieco razzismo

Idy Diene

Idy Diene è stato ucciso il 5 marzo a Firenze, veniva da Pontedera. Era un cittadino regolare, faceva un lavoro da ambulante e si trovava di mattina presto sul ponte Amerigo Vespucci. Ha incontrato qui la morte, sei colpi di pistola, alla testa. Sparati a caso, ha detto, per “disperazione”, perché voleva suicidarsi per problemi economici, da Roberto Pirrone, 65 anni. Ha detto che ha sparato al primo che ha incontrato, la vedo difficile incontrare solo lui in un centro pieno di turisti. Ha sparato al più debole, non ha certo mirato a un turista americano o a un qualche italiano.

Questo vogliono da noi… le politiche che hanno reso la gente fobica e disperata, alla fine sono anche un invito per i pavidi e i violenti a rivolgere la propria rabbia e anche la pistola contro quelli che non hanno certo la responsabilità della crisi: i migranti e i poveri sono l’ultimo anello, chi ha veramente affamato e sta affamando i popoli? Le banche e l’alta finanza. Chi fomenta davvero il terrorismo? Chi commercia in armi, e l’Italia in questo è in prima fila. Quando vorremo capire che le guerre fra i poveri le vincono i ricchi e i potenti?

Il povero Idy, crudele beffa del destino, era cugino di Samb Modou, una delle vittime dell’attentato razzista e fascista in piazza Dalmazia, il 13 dicembre 2011 ed aveva poi sposato la sua vedova, e adottato sua figlia. La povera Rokhaya ha perso due mariti, uccisi entrambi!

Diciamo NO a tutti i razzismi, a questa “cultura” di morte, violenza, negazione. Diciamo SÌ a un modello giusto di accoglienza, integrazione, incontro con il diverso da noi, di qualunque colore esso sia. L’umanità è UNA, le razze NON esistono, lo dicono scienziati, biologi, genetisti.

BASTA MORTI NEL MEDITERRANEO è accanto alla famiglia di Idy Diene, accanto agli ultimi, e a tutti i fratelli immigrati che sono venuti in questo paese in cerca di un mondo migliore.

OGGI 6 MARZO alle 15 PRESIDIO SUL PONTE VESPUCCI, SABATO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A FIRENZE.

Auspichiamo proteste pacifiche, non violente, anche se l’indignazione è tanta, perché non prestiamo il fianco alla destra xenofoba e violenta. Vogliamo un’accoglienza diversa, corridoi umanitari, un sistema che permetta da subito agli immigrati di inserirsi come parte attiva e mettersi in regola, il superamento di Dublino III e della bossi-fini, e non questa macchina mafiosa che ha intasato le questure, e genera solo persone che non riescono mai a trovare una collocazione, se non nei campi di pomodori, con la schiena china, nuovi schiavi dell’uomo bianco, come se non bastasse aver depredato e continuare a distruggere il continente africano.

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